9 – Com’è stato per te il servizio nelle scolte?
Per Daniela…
Il servizio è stato sicuramente impegnativo e coinvolgente. Difficile, per certi aspetti (coinvolgere tutte sempre e spronarle a partecipare con costanza), ma devo dire che se guardo indietro, posso dire di aver “seminato bene”.
Per Elena d G….
Il servizio in Fuoco è stato per me quello più bello, forse anche perché l’ho fatto da “grande” (dai 18 ai 22 anni ho fatto la capo Riparto, a 24 ho preso il fuoco) e quindi con la maturità di altre esperienze e anche errori commessi come capo in precedenza; il confronto con le scolte, il mettere a nudo me stessa per poter essere per loro una testimone credibile, il grandissimo sforzo che ho fatto per poterci essere nonostante tutto (facevo la pendolare Udine-Trieste durante la scuola di specializzazione in geriatria), l’aver avuto l’incarico di formare le scolte per servizi molto impegnativi (capo riparto, capo cerchio) e l’aver avuto dei “sì” in cambio sono stati la fatica, il sudore, la strada e l’enorme gioia di questa esperienza! Vi auguro di godere di ogni minuto della vostra vita da scolte perché (fidatevi sulla parola) se vissuto pienamente sarà la vostra casa sulla roccia della vostra vita, con tutte le sorprese che sempre ci riserva!!
Non mi resta che augurarvi BUONA STRADA, fate risplendere il vostro Fuoco!!!
Per Elena P….
È stata un’esperienza difficile da descrivere. Penso che sia la Branca che dà di più alla Capo Unità, perché nel giro di poco tempo le ragazze che salgono in Fuoco si fanno donne: è come se ti venisse consegnato un piccolo germoglio che tu devi impegnarti a far crescere sano e libero… Sicuramente le Scolte, durante la vita di Fuoco, vivono cambiamenti importanti e momenti di conflitto: per questo anche un semplice sorriso che ti regalano ti riempie il cuore…
Mentre sono stata CF è nato Mattia e poi ho vissuto momenti particolarmente brutti: per fortuna c’erano le Scolte, che venivano a far riunione a casa mia e che, specialmente durante il puerperio, mi facevano uscire dal ruolo di mamma per un’ora a settimana… o che venivano a costruire la canoa (sempre a casa mia) insieme al Clan…
Per Francesca…
Il servizio in Fuoco è stato la scoperta del significato pieno di comunità.
Per Maria…
Forse sarò di parte, ma il servizio in terza branca è per me il più bello. Ti permette di confrontarti con ragazze ancora in crescita, ma mature, con una personalità che si va ad affermare sempre di più. Il rapporto della capo fuoco con le scolte è unico nel suo genere ed è fonte di crescita per tutte, capo compresa. È difficile, difficilissimo e per me lo è stato anche e soprattutto perché la scolte che avevo con me fino a qualche anno prima erano mie compagne di strada quando anche io ero in formazione e quindi forse avevo un po’ meno la figura della capo. È difficile anche perché gli anni dell’adolescenza portano le ragazze a interrogarsi, porsi dei dubbi, porsi un conflitto, protestare, arrabbiarsi, vedere tutto o bianco o nero e questo costringe la Capo a mettersi in discussione per prima, cercare di capirle, di spiegare, di farle crescere senza plagiarle, ma dando loro un esempio concreto con la propria vita. È difficile, ma bellissimo, un’occasione unica per imparare dalle scolte e con le scolte.
Per Mariaelisa…
Il servizio nelle scolte per me è stato davvero entusiasmante ma soprattutto arricchente. Quando mi hanno chiesto di diventare capo fuoco avevo appena lasciato le redini del cerchio e certo non mi aspettavo mi sarebbe stato richiesto un servizio di questo tipo. Naturalmente la differenza dal servizio nelle cocci a quello nelle scolte è enorme ma quello che maggiormente avevo sottovalutato era l’impatto che avrebbe avuto anche su me stessa. La natura delle attività svolte e degli argomenti trattati mi ha sempre chiesto un impegno diretto, prima di tutto una riflessione su me stessa e solo in un secondo tempo il confronto all’interno del fuoco. Le scolte spesso non si rendono conto di quanto la loro personalità, i loro interessi, le problematiche che affrontano, il proprio percorso di vita sia arricchente per tutte le persone che le circondano. Quando si svolge un TdM non lo si fa mai solo per se stesse ma il confronto, l’aprirsi verso le altre è un dono prezioso, rende il fuoco più coeso e forte. Ho imparato anche che la Capo Fuoco non deve necessariamente essere una capo infallibile, non è l’uscita perfetta o l’attività magnifica che fa camminare bene il fuoco bensì l’esempio e l’amore nel fare le cose e voi scolte guardate a lei come a una sorella maggiore che si dona a voi, non siate giudici del suo operato ma cooperatrici e corresponsabili del buon andamento della vostra comunità.
Con queste ultime riflessioni l’inchiesta sulla storia del Fuoco Cassiopea è finita: le relatrici concludono così:
Speriamo che questa inchiesta possa rimanere al Fuoco di Tarcento per tanti anni e speriamo anche che vi sia piaciuta!
Per noi è stata una bella esperienza ed ora che l’abbiamo finita siamo più incuriosite dall’avventura che ci aspetta negli anni di fuoco che ci attendono!
Chioccia Sensibile
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